Biologico per chi? Usare con cautela!
Un post di Laura Bassi di Chiedi all’agronoma
Il significato di agricoltura o giardinaggio biologico indica un metodo di coltivazione che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura. Escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (fertilizzanti, diserbanti, insetticidi, fungicidi).
Non si può non essere d’accordo su questa affermazione. I pesticidi di sintesi sono nocivi per l’ambiente e per l’uomo, molto spesso cancerogeni. I metodi di coltivazione che prevedono l’uso di fertilizzanti di sintesi impoveriscono il suolo, se non ci sono apporti di sostanza organica. Inoltre provocano una forzatura nella crescita delle piante, producendo alimenti ricchi di acqua e nitrati, ma poveri di nutrienti. Le coltivazioni diventano più facilmente attaccabili dai patogeni e ci costringono a utilizzare altri antiparassitari, in un circolo vizioso e pericoloso.
Ma siamo sicuri che gli antiparassitari naturali, ottenuti dai principi attivi estratti dalle piante, siano rispettosi dell’ambiente? Che non abbiano impatti negativi quando li usiamo? O la teoria biologica attuale è decisamente antropocentrica? Ciò che non è dannoso per l’uomo nuoce all’ambiente? Il problema deve essere visto e considerato dall’altro punto di vista: cioè da quello della natura.
Siamo così sicuri di difendere la natura?
Prendiamo ad esempio il piretro, un insetticida ritenuto innocuo perché sull’uomo non ha gli effetti negativi del suo corrispettivo di sintesi e quindi utilizzato da tutti. Il suo principio attivo, che agisce sugli insetti, è costituito da piretrine, sostanze di origine vegetale (estratte da una pianta, il piretro) ad ampio spettro d’azione che si degradano rapidamente inattivandosi in presenza di luce. Il suo corrispondente ‘chimico’ è costituito da piretroidi, molto più stabili, ma anche molto più dannosi.
Quello che spesso si dimentica è che il piretro, seppur naturale, è un insetticida Queste colpisce per contatto tutti gli insetti indistintamente, sia quelli che vogliamo debellare sia quelli utili.
Le piretrine, esattamente come i piretroidi, colpiscono il sistema nervoso dell’insetto. Provocandone per prima cosa la difficoltà nel muoversi, quindi la paralisi e infine la morte. Quest’azione avviene indistintamente su tutte le specie di insetti perché la loro azione non è selettiva. Non colpiscono solamente i parassiti, ma agiscono sia sull’insetto dannoso, sia su quello utile: predatori naturali e impollinatori. Privandoci dei loro predatori ci costringerà a ripetere costantemente i trattamenti.
Ogni volta che interveniamo sulla natura, per sanare una problematica, dobbiamo chiederci se questo intervento arrecherà dei danni collaterali.
Utilizzare il Bacillus thuringiensis (BT) è più sicuro. Un efficace insetticida che agisce solo nei confronti di determinate specie di insetti. Ciò comporta che sia più rispettoso per gli insetti utili come gli impollinatori (api e bombi) e gli insetti predatori.
Scegliendo la varietà corretta andremo a colpire una determinata famiglia di insetti. Ad esempio l’israelensis è efficace contro i ditteri (zanzare, sciaridi), mentre il kurstaki può essere utile contro i lepidotteri (cavolaie, processionarie).
Anche in questo caso, l’utilizzo non mirato e indiscriminato di questo prodotto può portare a gravi conseguenze. Se vogliamo un giardino fiorito pieno di farfalle, anch’esse lepidotteri, dovremo evitare un uso massiccio di Bacillus thuringiensis kurstaki.
Quindi come fare a difendere le piante?
Il comportamento più corretto e in linea con la difesa della natura e dell’ambiente non passa attraverso l’uso di prodotti che uccidono ma attraverso l’utilizzo di sostanze che hanno una azione repellente allontanando i parassiti dalle piante da proteggere come ad esempio alcuni macerati.
Per avere risultati migliori, efficaci e duraturi, meno dispendiosi di energie e per essere certi di avere un atteggiamento ecologico, la via da seguire è quella della creazione di un ambiente in equilibrio dove il sistema suolo-pianta-ambiente si autoregoli. La difesa della biodiversità.
In un ambiente in equilibrio ci penseranno i predatori a contenere gli attacchi di insetti dannosi e una corretta crescita delle piante secondo i ritmi naturali le renderà più resistenti agli attacchi dei parassiti.
Un consiglio per orto e giardino
Mettiamo piante trappola che attirino i parassiti perché le preferiscono, nello stesso tempo attireranno i predatori e ne favoriranno la loro diffusione proteggendo negli anni a venire tutte le altre piante dell’orto o del giardino, favorendo quindi la creazione di un equilibrio naturale.
Nell’orto dobbiamo creare attorno alle aiuole coltivate uno spazio per piantare fiori e piante che ospitano insetti. Per esempio le fave, attirano gli afidi e incentivano la proliferazione delle coccinelle (i loro predatori naturali). Servono solo due anni di ‘fave-trappola’ per innescare un circolo virtuoso.
Lasciamo che sia la natura a lavorare per noi!
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Questo post è di Laura Bassi di Chiedi all’agronoma. Laura si occupa da una vita di giardinaggio e orticoltura, progettazione del verde, ortoterapia, formazione di nuovi giardinieri presso la Scuola di Agraria del parco di Monza. Le piante, qualunque esse siano, sono da sempre la sua vita. Se avete domande o curiosità, se vi serve una mano per progettare il vostro ortogiardino la trovate qui.
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