esplorazione 3 – giardini inattesi

terzo paesaggio: un panorama ai margini

Il terzo paesaggio è un concetto teorizzato dall’agronomo e pensatore francese Gilles Clément, che rappresenta una visione alternativa del paesaggio rispetto a quella tradizionale e antropocentrica. Secondo Clément, esiste un paesaggio celato, nascosto e spesso ignorato, che si sviluppa nel tempo e muta con il passare delle stagioni, indipendentemente dall’attività umana. Questo terzo paesaggio, che si sviluppa in modo autonomo e spontaneo, è costituito dalle aree incolte, dalle friche e dai margini che separano le costruzioni e che sono svuotati dall’antropizzazione.

Il manifesto del terzo paesaggio di Clément rappresenta un invito a riconsiderare il rapporto tra uomo e natura e a riscoprire la bellezza e la potenza della natura spontanea, che può offrire nuove opportunità di sviluppo e di rinascita per il territorio e per la società.

Nel manifesto del terzo paesaggio Clément fa riferimento alla definizione del Terzo stato dell’Abate Siéyès, che diceva: “Cos’è il Terzo Stato? Tutto. Che ruolo ha nel presente? Nessuno. Cosa vuole diventare ? Qualche cosa.” (dove Stato è sostituibile con Paesaggio).

equazione per un nuovo paesaggio

I fattori che portano alla formazione di un paesaggio vegetale dove una volta c’era un’area antropizzata.

  • tempo: quante stagioni sono passate?
  • spazio vuoto: quanto sarà grande il nuovo paesaggio?
  • assenza di umanità: la non presenza o l’incuria è assolutamente necessaria!
  • distanza dalla città: quanto è naturale l’intorno?
  • presenza di flora e fauna: gli elementi naturali si danno manforte!

esercizio 1: Scegliete un luogo all’aperto e osservate il paesaggio che vi circonda, notando le caratteristiche che distinguono città e natura: versi, rumori, odori e profumi, colori e texture.

esercizio 2: Cercate le piante che si stanno sviluppando nei punti più inaspettati. Potrebbero essercene tra le tegole di un tetto, tra i mattoni di un muro, tra le buche della strada. Costruite un erbario fotografico dell’incolto.

Volete partecipare alla creazione di una mappa collettiva dei giardini inattesi e spontanei di Reggio Emilia?

esercizio 3: Scegliete una pianta particolare spontanea che vi ha colpito particolarmente e che avete imparato a riconoscere, inseguitela per tutta la città annotando su una mappa i punti dove fanno capolino le sue foglie o i suoi rami

consiglio: L’estate e l’autunno sono i periodi migliori per trasformarsi in raccoglitori e distributori di semi anche in città. Il nostro consiglio è quello di raccogliere i semi maturi o in maturazione dalle piante urbane e diffonderli all’interno del quartiere o della città in angoli vuoti o misteriosamente brulli.

Le invasioni di specie vegetali in Italia

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