sanseveria o sansevieria? una dracena o dracaena in incognito
Sansevieria trifasciata è il nome scientifico con cui fino al 2017 veniva chiamata questa pianta appartenente oggi alla specie Dracaena trifasciata. I nomi ‘ufficiali’ delle piante possono cambiare nel tempo in risposta a nuove scoperte scientifiche che aggiornano la classificazione botanica, in questo caso degli studi molecolari. Niente paura, i nomi comuni rimarranno al loro posto e se la chiameremo sanseveria o sansevieria ci capiremo lo stesso. In questo articolo useremo il nome con cui è più conosciuta.
L’origine del suo nome deriva da Raimondo di Sangro principe di Sansevero, inventore e alchimista del ‘700, committente dell’esoterica Cappella Sansevero a Napoli contenente tra le altre meraviglie la statua del Cristo velato.
In altre lingue la sansevieria ha dei nomi comuni ancora più interessanti e fantasiosi. In inglese è chiamata snake plant, Saint George’s sword, mother-in-law’s tongue, and viper’s bowstring hemp. In francese è chiamata anche couteau. In spagnolo possiede altri nomi ancora: Lengua de tigre, lengua de vaca, rabo tigre, chucho, serpentaria, orejas de burro.
Nella loro zona di origine queste piante sono strettamente correlate agli orisha, divinità-spirito della religione yoruba: in particolare a Oya la orisha delle tempeste o Ogun l’orisha della guerra.
Descrizione e zona d’origine
La sansevieria appartiene alla famiglia delle Asparagacee (un parente del comune asparago!), originaria dell’Africa centrale, tra la Nigeria e il Congo.In alcune zone dell’Autralia è diventata una pianta infestante.
Le foglie sono rigide e di forma lanceolata. Si sviluppano da un rizoma sotterraneo e nel tempo continuano a svilupparsi in lunghezza. Si deve avere atttenzione a non rompere gli apici delle foglie, questo ne fermerebbe la crescita.
Ne esistono molte varietà: nane, con foglia cilindrica, con foglie striate o bordate di giallo. Nonostante le caratteristiche differenti, richiedono la stessa cura.
La pianta che risolve i problemi
La sansevieria è molto resistente, nei suoi luoghi di origine cresce in pieno sole, ma si adatta anche ad ambienti ombrosi. Possiede un metabolismo che le permette di aprire gli stomi (per gli scambi gassosi) di notte, questo le garantisce la possibilità di resistere a periodi anche prolungati di siccità.
Questa pianta è considerata un ottimo filtro per l’aria, ma purtroppo la sua velocità di filtraggio molto lenta rende questa capactià poco utile all’interno di un’abitazione.
Cura della sansevieria
La sansevieria ha bisogno di molta luce, anche diretta. Tollera posizioni ed esposizioni poco soleggiate o ombrose, questo fattore ridurrà la sua velocità di crescita.
Di origini tropicali, ama una temperatura tra i 18 e i 27°C. Riesce a sopportare temperature più basse, fino a 13°C.
Durante il periodo estivo bagnare moderatamente, lasciando che la parte superiore del terriccio si asciughi. Nel periodo id riposo invernale ridurre al minimo le innaffiature per evitare i ristagni e le marcescenze radicali.
Per i rinvasi utilizzare un terriccio universale, per evitare i ristagni si può aggiungere 1/3 di sabbia alla miscela. Ha delle minime necessità d essere concimata.
L’unica avversità di cui avere timore sono i marciumi radicali provocati dal ristagno idrico che possono portare alla morte della pianta.
Per propagare la sansevieria ci sono due metodi. Il primo è quell di dividere i cespi, staccando i germogli laterali e trapiantandoli. L’altro metodo, anche se più lento, è quello di ottenere delle talee fogliari: si stacca una foglia, la si taglia in cinque porzioni che vengono piantate in vaso (rispettando il verso corretto), dopo molto spunteranno dei nuovi germogli.
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