

Il suolo è la parte di terreno sulla quale appoggiamo i nostri piedi e nella quale le radici si allungano alla ricerca di elementi nutritivi. Nonostante ci possa sembrare inerte e statico, è una porzione molto attiva e brulicante di vita. In una cinquantina di centimetri avvengono una miriade di scambi tra la fauna e la flora che ci abita. Ma esso non nasce dal nulla e non c’è nemmeno sempre stato.


Quando i primi esseri viventi colonizzarono la terraferma il suolo non era lì ad aspettarli. Ci sono volute molte ere geologiche per ottenere un luogo accogliente per le radici. La sua formazione deriva dall’azione più o meno combinata nel tempo di molti fattori: geologici, chimici, atmosferici, climatici, biologici e in ultimo antropici. Alcuni processi sono positivi, apportando cioè miglioramenti al suolo, altri sono negativi e alle volte distruttivi. La formazione del suolo inizia con fenomeni di degradazione della roccia madre, seguita dall’accumulo sempre maggiore di materia organica e dalla sua degradazione chimica.


- Il processo di frammentazione fisica porta nel tempo ad un aumento della permeabilità e alla sedimentazione di nuovo materiale. Le forze combinate di acqua e aria, l’azione del freddo e del caldo frammentano lo strato di roccia primordiale.
- Il processo biologico modifica le caratteristiche chimiche del suolo. Protozoi, batteri, funghi, alghe, licheni e muschi alterano il terreno formando il primo strato di sostanza organica necessaria alla vita.
- Le piante e gli animali più evoluti arriveranno solo in seguito andando a modificare ulteriormente il suolo.
Un suolo degradato può richiedere molto tempo per riuscire a essere risanato.
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