Platycerium, che bestia strana

platycerium: una felce dai particolari mostruosi

Platycerium è un genere di felci tropicali dalle caratteristiche simili, ne esistono all’incirca una ventina di specie. Il nome scientifico del genere deriva dal greco e significa ‘grandi corna’ (platis e keras), si riferisce alla forma singolare delle sue foglie che si allargano biforcandosi come un palco di corna.

Il nome comune ovviamente non poteva allontanarsi molto dalla sua forma, in italiano è conosciuta come felce a corna di cervo, mentre in inglese viene comunemente chiamata staghorn o elkhorn fern.

Descrizione e zona d’origine

Nonostante la sua forma aliena, il Platycerium è una felce, appartenente alla famiglia delle Polypodiaceae diffusa dalle regioni equatoriali a quelle temperate. le felci a corna di cervo si possono trovare in molte regioni tropicali e tendenzialmente in ambienti umidi: Sud America, Africa, Sud-est asiatico, Australi e Nuova Guinea. Ne esistono alcune specie (come la veitchii) che si sono adattate a vivere in climi aridi.

Il Platycerium può crescere molto in grandezza, fino a 1 o 1,5 metri di larghezza, se trova il punto giusto dove svilupparsi. Le foglie si dividono in due tipologie: quelle basali che formano una specie di nido o nodo e quelle esterne che si sviluppano dalla base della pianta. Le prime sono sterili, le seconde invece sono fertili e porteranno gli sporangi sulla pagina inferiore della foglia.

Ne esistono varietà e specie dalle foglie più o meno sviluppate e più o meno biforcate.

Una felce col guscio

Queste felci sono epifite, un termine che raggruppa piante molto differenti tra di loro ma con una caratteristica comune. Crescono infatti sfruttando alberi o rocce. Sono capaci di attecchire e svilupparsi nel poco substrato che riescono a trovare a quelle altezze. Non sono organismi parassiti, ma opportunisti. Anche le Monstera, le orchidee e molte bromeliacee lo sono.

Le foglie basali formano un guscio che crescerà attaccato come una conchiglia a tronchi o rocce, proteggendo e mantenendo umide le gemme basali e le radici. Un’altra funzione di questa struttura, che si sviluppa strato dopo strato e nel tempo può anche seccare parzialmente, è quella di raccogliere acqua piovana e detriti organici.

Le foglie del Platycerium sembrano polverose, ma in realtà questa peluria presente su tutto il fogliame è del tutto naturale e serve a ridurre la traspirazione dell’acqua.

Cura del Platycerium

Questa pianta, come le altre felci, non ama la luce diretta e tende a seccare se è esposta in pieno sole. Allo stesso tempo predilige posizioni molto luminose, grazie alle quali crescerà molto rapidamente.

La temperatura minima ambientale non dovrebbe essere inferiore ai 10° C. Le temperature attorno ai 20° C offrono le condizioni ottimali per la crescita.

Il Platycerium predilige un substrato umido ma non fradicio, nel periodo invernale si può far asciugare maggiormente il terriccio, ma senza lasciarlo seccare completamente. Ama essere nebulizzato frequentemente soprattutto in estate.

Non si devono mai tagliare o strappare le foglie basali che costituiscono il suo guscio. Non rimuovere il pulviscolo presente al di sopra delle foglie.

Sono piante che prediligono vasi bassi e larghi, l’apparato radicale non è molto profondo. Nel periodo primaverile si può procedere con una o due concimazioni organiche a distanza di un mese e mezzo.

Le avversità che possono colpire il Platycerium sono di due tipologie. Le foglie esterne possono seccare se non correttamente irrigate. Le cocciniglie possono attaccare la pianta creando delle colonie e rovinando il fogliame. Si possono rimuovere manualmente con un batuffolo imbevuto nell’alcool, oppure spruzzare le foglie con una soluzione di olio di neem per prevenire l’attacco.

La propagazione delle felci è difficile, dato che queste piante non producono semi ma spore difficilmente gestibili. Una soluzione alternativa è quella di staccare delicatamente i nuovi getti che si formano alla base della pianta e farli radicare in vaso.

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